venerdì 25 novembre 2011

"Ambarabà ciccì coccò."

Soldi, soldi, pagare, pagare, tasse, aumenti, pagare, soldi, soldi, pagare.
Paga e zitto.
Porco di un cane ladro.
Sto zitto e pago.
Costa tanto tutto ed andrà ad aumentare tutto tanto.
Pago e sto zitto.
Stamani quella melensa della bancaria mi ha telefonato per dirmi che sono sotto.
-Infinite grazie, passerò in settimana da voi- le ho risposto facendo il sorpreso.
Come se non lo sapessi.
Per forza che sono sotto, ho dovuto mettere quattro nuove merdose gomme da neve ed ho speso un botto, poi le tasse universitarie, l'affitto di casa con l'aumento dell'Istat, le bollette, il veterinario, il dentista, il decoder e qualcosa dovrò pur mangiare. Poco, ma fatemi mangiare.
Sono pulito come il cesso della stazione e anche lì ho dovuto pagare per pisciare.
Oggi ho preso il treno per andare a Firenze: la macchina è ormai un lusso.
Guardiamo il lato positivo. Ho riscoperto il mezzo pubblico.
I capelli me li sono tagliati da solo e si vede, questo giubbino nero l'ho comprato da Stefan e si vede perché mi torna maledettamente male.
Non c'è soldi, c'è crisi.
Ho amici in depressione perché sono disoccupati, parenti che si logorano il fegato perché non sanno come  fare ad arrivare alla fine del mese ed oramai si privano di tutto.
Prendiamo ad esempio mio zio Luigi. Vedovo da ormai nove anni, il buon vecchio zio era abituato a farsi una sana scopata a casa della sua professionista di fiducia. Ora non può più permettersela.
Per lui è una tragedia e adesso appaga il suo desiderio con la mano mancina tenuta sotto il culo per una mezz'ora e tanta fantasia . Povero zio, mi sono commosso quando me l'ha detto.
La gente ha fame e batte i pugni su tavoli sempre meno imbanditi.
A tavola si mangia un po' di pane con l'olio e ci si piena bevendo tanta acqua del rubinetto.
Ambarabà ciccì coccò.
Le tre civette che prima se ne stavano beatamente sul comò pronte a farsi la figlia del dottore sono rimaste in due, la terza sta raschiando il fondo del barile alla ricerca di qualche centesimo per comprare qualche briciola di pane raffermo da dividere col resto del gruppo.
Si fanno forza le civette, Coccò mi ha confidato che sono vicini al perimento, e si vede.
Non c'è da fare i moralisti se qualcuna mostra la farfalla su cam4 per pochi euro o se c'è chi si prostituisce intellettualmente.
Soprattutto non c'è da storcere il naso se la dama dà un morso al suo ermellino ingoiando tutti peli per fare tappo e sentirsi piena.
Pagare, pagare, pagare, soldi, crisi, fame.
Faccio ironia ma la situazione è grave, se qualcuno di voi vuol piangere ho i fazzoletti profumati che mi hanno dato al bagno della stazione.
Io non piango, lo faccio solo quando ho la febbre.
Mi sfogo semplicemente scrivendo, cercando così di non pensare a ciò che ci sarà da pagare domani.
Soldi, soldi, pagare, fame, tasse, aumenti, pagare, soldi, soldi, pagare, fame.