venerdì 1 aprile 2011

"Nel bel mezzo....."

Nel bel mezzo della solita passeggiata mattutina, vide davanti a sé grovigli indistricabili di rami e rovi.
Iniziò a grattarsi la testa con aria interrogativa, qualcosa doveva essere successo alla sua montagna.
L'allegro ragazzo, sentiva di essere vicino a casa, ne sentiva l'odore.
Quei rovi però, proprio non c'entravano niente, non li aveva mai visti e proprio non erano adatti, climaticamente parlando, all'ambiente circostante.
Qualcosa gli impediva di andare avanti, centinaia di volte aveva attraversato quel bosco e mai gli era successa una cosa del genere.
Si tolse le cuffie, stava ascoltando Beethoven.
In lontananza sentì lo scorrere del fiume.
Attorno a sé, si accorse che gli alberi non erano pini ma pioppi.
Poteva sembrargli un'allucinazione da LSD ma era sicuro di non usare tale sostanza da almeno sette anni.
Dopo essersi visto morto al suo funerale, aveva detto basta alle droghe.
Iniziò allora a camminare verso sud, tornando in dietro, andando in direzione del fiume che ricordava aver guadato alcune ore prima.
Non riconosceva nulla del suo monte, gli alberi, gli uccelli con il loro cantare, i fiori e gli insetti non erano più gli stessi.
Arrivato nei pressi del fiume, prima di scendere per la tortuosa stradina che l'avrebbe condotto al torrente d'acqua pura e gelida, la sua attenzione cadde ai piedi di un grosso abete.
Avvicinatosi al grosso albero, constatò che non c'era muschio attaccato alla sua corteccia, girandogli attorno si accorse allora che il muschio stava attaccato all'albero nella parte opposta rispetto alla direzione dalla quale l'allegro ragazzo era venuto.
Eppure,il ragazzo, era convinto di andare da nord verso sud.
Scese allora la tortuosa stradina e vide un fiume che fino ad allora non aveva mai visto, acqua torbida, alberi secchi e rami che sembravano soffrire tanto erano storti e incastrati tra loro.
Quel torrente, non era assolutamente lo stesso attraversato alcune ore prima, dove spesso faceva il bagno e si rilassava meditando sulla vita.
Rizzò il capo e tra le fronde degli alberi notò che il sole lentamente stava diventando rosso, era inspiegabilmente, già l'imbrunire.
Si sedette ai piedi di un albero cercando di mantenere la calma e il controllo, iniziò dunque a dominare il suo respiro per rallentare i battiti di un cuore impazzito.
-“È possibile che io sia stato rapito dalla musica di Beethoven e mi trovi adesso da qualche parte, non so dove, tra i monti della Toscana?”-
Iniziò a tormentarsi la testa con domande e ragionamenti  per troavre una soluzione ma tali ragionamenti non lo portarono da alcuna parte e alimentarono il suo sconforto e lo destabilizzarono maggiormente.
L'allegro ragazzo, divenne l'infausto ragazzo.
All'improvviso, vide passare davanti a sé la figura di suo fratello a cavallo di una bicicletta..
Lo chiamò urlando ma sembrava che la sua voce non fosse udibile, muoveva le labbra ma nessun suono veniva emesso.
Iniziò a schiaffeggiarsi la faccia, a stropicciarsi gli occhi e a grattarsi la nuca incredulo di ciò che aveva appena visto.
Sentì un fischio in lontananza, si alzò in piedi e vide se stesso all'età di dodici anni vestito da portiere intento a parare un rigore.
Poi iniziò a nevicare, strana la neve a Maggio, pensò tremando dal freddo e dalla paura di non sapere cosa stesse succedendo e dove fosse realmente.
Arrivò la notte e lo sorprese ad osservare se medesimo durante un litigio con un amico che non avrebbe più incontrato.
L'infausto ragazzo, raccolse da terra un rametto di albero e iniziò a rosicchiarlo convulsamente per sfogare quella sua inquietudine e si accorse all'improvviso che quel rametto si era trasformato in una fumante sigaretta.
Basito e sconcertato, piangendo e singhiozzando, trovò pace solo quando si accorse di essersi smarrito nei suoi ricordi.